Il tema dei rapporti tra Svizzera ed Europa è ormai una costante all’interno del dibattito politico. La ragione è semplicissima: questi rapporti sono fondamentali per la nostra nazione e per il benessere della sua popolazione. Tuttavia, come non bisogna cadere nella trappola di un sovranismo isolazionista, non bisogna nemmeno credere che qualsiasi richiesta della controparte vada accettata passivamente senza batter ciglio. Lo ha spiegato bene il Consigliere federale Ignazio Cassis, vi sono temi negoziabili e altri non negoziabili. Poi, come in ogni situazione, bisogna essere in grado di valutare quale sia la scelta migliore da fare in quel momento. Non bisogna quindi avere preconcetti ideologici ma semplicemente avere sempre presente l’interesse generale. Anche noi come ticinesi dobbiamo assumere lo stesso atteggiamento, consapevole da un lato che le relazioni con l’Italia sono indispensabili (in primis per noi) ma anche, dall’altro lato, che ci sono degli svantaggi di cui ci carichiamo nell’interesse della Svizzera. Ecco, con questa consapevolezza dobbiamo avere la capacità di andare a Berna a convincere i politici e i funzionari che noi ci siamo, ma che anche la Confederazione deve capire che qualche problema in più di altre regioni lo viviamo. Di proclami ne abbiamo già sentiti troppi, e i risultati di chi prometteva cambiamenti fenomenali sono lì da (non) vedere. Adesso è l’ora di tornare a lavorare. Seriamente.
Opinione Librale, 26.06.2018