Prime impressioni e prospettive da Berna

Da ormai qualche mese ho l’onore di poter sedere in seno al parlamento federale e devo dire che sin da subito si sono manifestate alcune differenze rispetto alla realtà politica cantonale. Sicuramente la dimensione è un’altra, e anche le competenze del livello istituzionale, ma a spiccare è soprattutto l’organizzazione che è presente. Non vi è spazio infatti sotto il cupolone per l’improvvisazione, e lo show puro e semplice, al contrario è ben chiaro cosa si può fare e come lo si deve fare. Un aspetto che forse gioverebbe cercare di riportare anche a livello cantonale dove, purtroppo, mi pare che si sia perso un po’ il focus per scadere in certi battibecchi che poco hanno a che vedere con le legittime divergenze di opinione sui temi.

Ecco proprio ai temi, che sono poi il centro della politica, volevo dedicare alcune righe consapevole primo di essere un neofita e secondo di non poter liquidare in maniera completa ed esaustiva alcune importanti sfide in poche parole. A mio parere i prossimi 5 anni ci vedranno attivi su parecchi fronti e, oltre a quello iper discusso dei rapporti Svizzera – UE, ci saranno alcune sfide cruciali: la formazione, i costi della salute, il sistema pensionistico e l’ambiente.

La formazione innanzitutto

Partiamo da qui perché sono convinto profondamente che questo sia lo strumento principe per il progresso e lo sviluppo sociale. In questo periodo siamo confrontati con enormi cambiamenti del mercato del lavoro che sono da ricondursi in buon parte alla cosiddetta 4a rivoluzione industriale, meglio nota come “digitalizzazione” o industria 4.0. In questo contesto giocano un ruolo fondamentale da un lato il sistema di formazione duale, quello professionale dell’apprendistato per intenderci, che si adatta immediatamente alle mutazioni del mondo del lavoro e dall’altro la formazione continua. Rispetto al passato è infatti fondamentale che vi sia, da parte di tutti, la consapevolezza che non è più sufficiente ottenere un diploma ma è necessario continuare ad aggiornarsi. Anzi, e faccio un passo oltre visto che siamo nel contesto di un sindacato, sono convinto che sempre di più questo diritto/dovere alla formazione dovrà essere una componente importante dei contratti collettivi di lavoro, in maniera che a fianco di altri importanti elementi ve ne sia uno che sarà sempre più cruciale per evitare l’emarginazione professionale dei lavoratori.

Il sistema pensionistico

In questo momento storico molti sistemi pensionistici sono in difficoltà, questo in buona parte perché si vanno a sommare due fattori, da un lato l’arrivo all’età della pensione della generazione dei baby boomers e dall’altro l’aumento della speranza di vita. In questo contesto è evidente che anche un modello bilanciato come il nostro non può rimanere invariato, pena delle pesanti difficoltà per il sistema. La riforma del sistema previdenziale dovrà quindi essere portata avanti in tempi relativamente brevi partendo da due presupposti: il primo è che tutti dovranno contribuire, ad esempio con un ritocco dell’aliquota IVA e il secondo è che le nuove generazioni dovranno ragionare nell’ottica che la loro previdenza, se vorranno mantenere lo stesso tenore di vita, non potrà essere basata solo sul sistema pubblico ma dovrà essere giocoforza integrata da un risparmio privato (come era in passato).

I costi della salute

È evidente che il nostro sistema sanitario, con costi complessivi di oltre 80 miliardi di franchi all’anno, non può continuare a crescere a questo ritmo. Purtroppo, non è piacevole dirlo, dobbiamo entrare nell’ottica che qualcosa va rivisto anche per quanto concerne l’accesso alle prestazioni. A fronte dell’invecchiamento della popolazione e anche dell’evoluzione della tecnica è evidente che, nell’interesse della qualità delle cure e dell’efficacia del nostro sistema, bisognerà avere coraggio di andare ad esempio verso una concentrazione degli ospedali. In Ticino questo sarà sicuramente un tema di discussione per i prossimi anni.

L’ambiente

Il tema ambientale sicuramente, e giustamente, ci occuperà nei prossimi anni bisogna però distinguere due piani, da un lato quello locale dall’altro quello globale. Sul piano locale, dove siamo noi a incidere, è importante mettere il massimo impegno (ad esempio riguardo a pesticidi, polveri sottili, inquinamento di acque,…), in questo ambito infatti c’è un parallelismo tra chi è chiamato a fare dei “sacrifici” e chi ne beneficia. In ambito globale, e qui mi riferisco alla questione climatica, è anche chiaro che ci dobbiamo impegnare ma con un approccio diverso. Infatti se da domani la Svizzera azzerasse le sue emissioni di CO2 avremmo una riduzione pari allo 0,1% di tutte le emissioni mondiali (per avere un termine di paragone la Cina vale circa il 30% gli USA circa 14% e la Germania circa il 2%). In questo senso penso che sia giusto dare l’esempio, e quindi intraprendere un percorso virtuoso, ma questo non può essere fatto a qualsiasi costo (in particolare per la nostra popolazione) al contrario possiamo darci da fare nel campo dello sviluppo tecnologico per studiare delle soluzioni che esportate nel mondo (e applicate nei paesi che hanno maggiore impatto) possano ridurre in maniera significativa le emissioni di CO2 nei prossimi decenni.

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Alex Farinelli

Alex Farinelli

Ho conseguito il Bachelor in Economia (Zurigo e Lugano) e il Master in Economia e politiche internazionali. Professionalmente, sono entrato alla Corner Banca nel 2009, occupandomi di organizzazione interna, per poi diventare un anno dopo, nel 2010, segretario cantonale del PLR ticinese, con la responsabilità, dal 2014, di direttore di Opinione Liberale. A partire dal mese di giugno del 2015 lavoro per la Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino della quale sono Vicedirettore dal 2017.