Quando ripenso al fatto che nel 2015 ero candidato al Consiglio di Stato mi rendo conto che è stato davvero una fortuna poter vivere quell’avventura. In effetti a quel momento la mia esperienza politica si “limitava” al Consiglio comunale di Comano dove ero presente da 11 anni. Da quel momento sono passati poco più di 3 anni e in questo periodo ho avuto modo di maturare un’esperienza in Gran Consiglio, con l’incarico di Capogruppo, e dal 2016 di essere Sindaco del nostro Comune. Oggi ho avuto l’opportunità di potermi candidare ancora una volta per il Governo Cantonale e, dopo averci riflettuto per qualche mese, ho deciso di rifare questa corsa consapevole che in questa tornata tutto può succedere. In questi anni ho avuto modo di vivere un’esperienza politica decisamente intensa. A livello cantonale nel legislativo, dove ho toccato con mano i meccanismi della politica ticinese, e a livello comunale nell’esecutivo, dove ho potuto sperimentare dall’interno come funziona l’attività di un organo che per definizione deve costantemente decidere lavorando in squadra. Due situazioni in cui sicuramente ci ho messo del mio, investendo tempo ed energie, ma dove è stata determinate la presenza di colleghi sperimentati che, mettendomi a disposizione la loro esperienza, mi hanno permesso in tempi brevi di imparare molto. In politica la voglia di impegnarsi viene principalmente dalla consapevolezza che anche tra difficoltà e lungaggini di un sistema che non appare sempre lineare è possibile dare il proprio contributo nel cambiare le cose. Ecco questa è stata una delle ragioni che mi hanno fatto decidere. Non ho la presunzione di sapere tutto, e non credo di avere in tasca la ricetta per risolvere ogni problema: ma chi mi conosce sa che cerco di guardare la realtà per quello che è, evitando di farmi ingabbiare da dogmi e pregiudizi, per poi fare quello che ritengo più giusto. Certamente ogni tanto poi capita di sbagliare, ma questo fa parte del rischio di mettersi gioco, l’importante, ed è valido nella stragrande maggioranza delle situazioni, è aver agito in buona fede, saper riconoscere l’errore e correggerlo. Se penso al futuro credo che gli spunti proprio non manchino per immaginare un Cantone diverso: ad esempio il fatto che tra 2 anni Lugano e Bellinzona saranno a poco meno di 15 min di treno ci fa capire che già da tempo dovremmo ragionare con un’altra ottica a livello di complementarietà dei nostri centri urbani. O ancora sapere che 2/3 dei ragazzi di oggi faranno nella loro vita professioni che oggi non esistono ci deve far riflettere su come la nostra società deve cambiare radicalmente i propri paradigmi. La chiave secondo me passerà soprattutto dalla formazione, quella di base ma in particolare quella continua, perché oggi è necessario riqualificarsi nell’arco della propria vita professionale per affrontare i continui cambiamenti nel mondo del lavoro. Per intanto mi fermo qui perché di tempo per discutere dei temi ce ne sarà, e parecchio. Si dice spesso che un treno passa una volta sola, quello per il Governo Cantonale invece nel mio caso è passato due volte. Io ce la metterò tutta per farcela perché credo che il nostro Ticino voglia tornare ad essere un territorio dove si parla certamente dei problemi (e delle soluzioni) ma anche delle enormi opportunità che ci si presenteranno davanti.
Informatore di Comano, 7.11.2018