La mia candidatura

La politica è innanzitutto servizio nei confronti della collettività. La politica deve avere il coraggio di dire la verità alle e ai cittadini, perché altrimenti, a fronte di continue promesse non mantenute, si genera solo una comprensibile frustrazione. Nel mio agire cerco sempre di fare ciò che ritengo giusto, non ciò che ritengo più popolare, questo con rispetto delle persone e delle idee differenti.

Per poter costruire qualcosa bisogna conoscere temi, meccanismi e persone. A livello federale non ci si può limitare infatti a rivendicare in quanto il nostro paese è molto variegato al suo interno ci sono di fatto 26 realtà particolari, spesso con sensibilità e necessità diverse. Per essere efficaci bisogna innanzitutto essere credibili e seri, in questo modo si guadagna il rispetto dei colleghi e dell’amministrazione che poi è fondamentale quando si vuole cercare di ottenere qualcosa. Naturalmente è anche essenziale il lavoro di squadra con il Consiglio di Stato e il resto della deputazione, oltre che essere presente nelle commissioni maggiormente strategiche, dove veramente si prendono le decisioni importanti per il nostro Cantone.

Una politica legata al pragmatismo piuttosto che alle grandi declamazioni.

Perché mi candido al Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati

Dopo un quadriennio in cui ho potuto integrarmi nei meccanismi e nei temi della politica federale sento che ora posso dare pienamente il mio contributo. Come uscente mi ripresento per il nazionale ma contemporaneamente mi metto a disposizione anche per il Consiglio degli Stati, fondamentalmente per due ragioni.

La prima è che sicuramente dalla camera alta si possono difendere meglio gli interessi del proprio Cantone. Innanzitutto perché si è presenti in più commissioni (3-4 contro le 1-2 del Consiglio Nazionale) dove fondamentalmente si impostano la maggior parte delle decisioni. Secondariamente perché, dato il numero di membri e la possibilità di conoscersi meglio, è proprio agli Stati che è più semplice trovare dei compromessi. Caratterialmente penso di potermi integrare bene in questa realtà orientata a un “pragmatico rigore”.

Se fossi riconfermato

In particolare, se potessi rappresentare il Ticino agli Stati, cercherei di essere presente, oltre che nella commissione delle finanze, anche nella commissione che si occupa di energia, ambiente e pianificazione del territorio. La pianificazione delle infrastrutture di trasporto, completamento di AlpTransit a sud di Lugano su tutti, (essenziali per affrontare la piaga del traffico), la questione dei rustici, o lo sviluppo della produzione di energia, sono importanti per il nostro Cantone.

Secondariamente sarei interessato alla commissione della formazione, cultura e ricerca, dove vi sono temi per la difesa dell’italofonia e decisioni importanti per lo sviluppo dei poli scientifici (e in Ticino ne abbiamo diversi), realtà che garantiscono delle importanti possibilità di crescita (e di riflesso posti di lavoro) per il futuro.

Etichette? No grazie.

Mi definisco una persona politicamente al centro. Questo significa che non abbraccio un’ideologia prettamente di sinistra o di destra ma piuttosto che sono un moderato pragmatico. Partendo dai valori di libertà, responsabilità individuale e solidarietà, che devono poi essere incastonati in uno Stato che è federalista, su ogni tema mi faccio un’idea senza cadere in pericolose gabbie dogmatiche che non ti permettono di affrontare la realtà per quello che è. In questo senso interpreto l’essere un liberale di centro. Questo non significa naturalmente non avere delle posizioni, sulle questioni di società o ambientali mi sono spesso trovato insieme all’ala progressista, mentre su questioni economiche piuttosto con l’ala di destra.

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