La memoria corta degli indignati

Il 14 gennaio scorso alla Valascia vi è stato uno spettacolo indegno dove dei gruppi di tifosi violenti hanno inscenato una guerriglia che con lo sport nulla aveva a che vedere. I commenti, nelle settimane successive, erano unanimi e chiarissimi: “è una vergogna quanto successo, in particolare con la presenza di molti bambini a quella partita” e ancora ” queste persone vanno identificate e punite con durezza per quanto fatto perché questi comportamenti non sono tollerabili” e via di seguito. In particolare la classe politica, sempre sensibile all’umore popolare, non ha mancato di sollecitare una, giusta ed energica, reazione delle Istituzioni chiamate a tutelare l’ordine pubblico. Anche il sottoscritto era tra quelli perché sono convinto che non sia accettabile che a delle manifestazioni sportive sia ormai prassi che la polizia debba essere presente, sempre più spesso, in forze e in tenuta antisommossa quasi che la violenza sia da accettare e che questa sia la normalità delle cose. Bene adesso la magistratura e la polizia sono arrivati ad identificare i colpevoli e per evitare che questi potessero concordare con tutta calma le frottole da raccontare ai magistrati li hanno prelevati contemporaneamente, e di buon mattino, dalle proprie abitazioni. Un agire impeccabile dal profilo dell’efficacia dell’inchiesta di cui vedremo i risultati. Tutto bene dovremmo dire complimentandoci con chi ha condotto l’inchiesta fino a questo momento … e invece purtroppo non è così. Come al solito, passato un po’ di tempo, si dimentica l’indignazione per quanto successo alla Valascia e i colpevoli ora diventano, agli occhi di alcuni, le vittime che dovevano essere trattate in altra maniera. Ma come, prima tutti si lamentano dei disordini e di uno spettacolo inaccettabile dato da dei facinorosi in occasione di una partita di Hockey e poi si critica la polizia e la magistratura per aver fatto, bene, il proprio lavoro?

No, proprio non ci siamo qui mi pare che si viva nel mondo alla rovescia. Un modo di porsi che decisamente non condivido perché se si continuano a mandare segnali contrastanti sarà ben difficile affrontare quello spettacolo vergognoso che è la violenza nello sport.

Alex Farinelli, Capogruppo PLR in Gran Consiglio

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Alex Farinelli

Alex Farinelli

Ho conseguito il Bachelor in Economia (Zurigo e Lugano) e il Master in Economia e politiche internazionali. Professionalmente, sono entrato alla Corner Banca nel 2009, occupandomi di organizzazione interna, per poi diventare un anno dopo, nel 2010, segretario cantonale del PLR ticinese, con la responsabilità, dal 2014, di direttore di Opinione Liberale. A partire dal mese di giugno del 2015 lavoro per la Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino della quale sono Vicedirettore dal 2017.