Quando si parla di scuola, sanità, socialità o di sicurezza ci si riferisce a politiche pubbliche dove il dibattito va a definire delle priorità, e quindi anche un’allocazione di risorse, in base ai bisogni dettati dal contesto e dalle necessità della società. Un caso strano è costituito invece dalla fiscalità che per taluni (normalmente a sinistra) si riduce alla somma delle risorse necessarie per soddisfare gli altri bisogni e quindi non ad una politica con uguale dignità, ma ad un mero calcolo matematico. Evidentemente questo approccio è riduttivo. In effetti con le modifiche fiscali in atto a livello federale sarà necessario intervenire anche sul piano cantonale: in particolare si opererà una riduzione delle aliquote sull’utile delle persone giuridiche al quale si aggiungerà uno sgravio lineare del 5% per tutti i contribuenti. Una proposta semplice da applicare, equa (perché non dimentichiamoci che tutti continueranno a pagare il 95% di quanto pagano oggi con una scala delle aliquote molto sociale) e soprattutto che va ad aiutare proprio quel ceto medio che a fronte un’impossibilità di accedere agli aiuti sociali ha visto negli anni crescere parecchi oneri cui è sottoposto. Un’azione che permette al Ticino di rimanere con un’imposizione intorno alla media Svizzera preservando le condizioni quadro per fare in modo che l’economia possa continuare a “girare” fornendo anche allo Stato i mezzi che gli permettano di adempiere tutti quei compiti che tutti noi vogliamo svolga.
Opinione Liberale, 3.10.2018