Il recente annuncio del prolungo della chiusura del tunnel di base del San Gottardo deve essere oggetto di una reazione corale da parte del Ticino. Se da un lato è chiaro che le condizioni di lavoro (temperature di 40 gradi, lavoro in galleria, …) pongono delle difficoltà oggettive, dall’altro sarebbe corretto sviluppare un discorso su più punti sia con la Confederazione che con le FFS. Questo naturalmente non vuole misconoscere l’impegno che fin qui è stato profuso (che è molto) e il fatto che tutti hanno l’interesse di poter riaprire quanto prima questo importante asse di collegamento attraverso le alpi.
In breve sono 5 gli aspetti che si dovrebbero portare avanti.
Primo, è necessario attivare sul cantiere tutte le misure progettuali e tecniche possibili per accelerare il ripristino della galleria; se questo fosse limitato da una questione di costi la Confederazione dovrebbe farsene carico.
Secondo, vanno aumentati il prima possibile i treni passeggeri da e per il Ticino, in particolare nei momenti di punta, questo idealmente anche prima del cambiamento del nuovo orario a partire da dicembre 2023.
Terzo, con un principio di complementarietà dei mezzi di trasporto l’ufficio federale delle strade (USTRA) dovrebbe sospendere o quantomeno ridurre al minimo i tempi di manutenzione completa e notturna della galleria autostradale.
Quarto, sarebbe corretto rimborsare una parte del costo dell’abbonamento (ad esempio il 20%) per 6 mesi a tutti coloro che ne fanno uso professionale regolare e comprovato rispettivamente per gli studenti che sono in formazione oltre Gottardo.
Quinto si dovrebbe fare tutto il possibile per prolungare al massimo l’apertura del passo del San Gottardo, garantendone se possibile l’utilizzo a partire dalla fine di marzo 2024 quando cadrà la Pasqua.
In definitiva solo con una rigorosa ed integrata implementazione dei 5 punti summenzionati sarà possibile gestire efficacemente la criticità e la complessità dello scenario che si è venuto a creare.