Il tema dei rimborsi spese ai Consiglieri di Stato sta interessando, ormai da settimane, l’attenzione dell’opinione pubblica cantonale. Senza voler banalizzare la questione, che merita sicuramente di essere risolta una volta per tutte dal profilo procedurale – amministrativo, mi permetto però di dire che forse la dimensione che gli viene data è un tantino eccessiva. Per quanto concerne l’attuale Governo l’oggetto del contendere sono alcune centinaia di franchi che mensilmente vengono versate come rimborso per l’utilizzo del telefono privato. In sostanza il tutto nasce da una differente interpretazione se questo sia da considerarsi un contributo sostitutivo di un telefono fornito dall’amministrazione (e quindi uno strumento di lavoro come potrebbe essere il computer portatile) oppure un rimborso vero e proprio (quindi soggetto a un’approvazione formale da parte dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio). Adesso che se ne discuta è sacrosanto, che si risolva il problema anche, ma che si mettano a ferro e fuoco le istituzioni al grido “Governo ladro” mi sembra che proprio sia troppo e chi sfrutta politicamente questa vicenda per farsi un po’ di pubblicità dovrebbe farsi qualche domanda se è proprio utile e necessario. Nel frattempo il Parlamento si è occupato di una riforma della scuola dell’obbligo che potrebbe essere epocale, della possibilità di istituire un ospedale universitario cantonale, dei progetti di mobilità e di misure per il mercato del lavoro. Ma di questo non si parla, o se ne parla poco. Ed è davvero un peccato.
Alex Farinelli, Opinione Liberale, 15.03.2018