Da ormai diversi anni è in corso il dibattito sul ruolo dei Comuni in Ticino e in particolare vi sono due progetti che promettono di rivoluzionarne la struttura: il piano cantonale delle aggregazioni (PCA) e la riforma dei flussi e delle competenze con il Cantone (Ticino 2020). Se da un profilo tecnico potremmo discutere di questi due progetti dal profilo politico la questione è un’altra: che ruolo vogliamo dare ai Comuni? La struttura federale è basata su 3 livelli e questo perché si si ritiene che tanto più i problemi sono affrontati dal livello istituzionale più basso in grado di farlo tanto meglio si riuscirà a rispondere puntualmente alle esigenze di quella comunità. Vi sono quindi oggetti di dimensione federale (come la politica estera o la difesa nazionale), di dimensione cantonale (come la sicurezza e l’istruzione) e comunale (come ad esempio i servizi urbani o la creazione di spazi pubblici). È evidente che voler dare, o forse sarebbe meglio dire lasciare considerata la nostra storia, un ruolo ai Comuni significa accettare che vi siano delle differenze: non è infatti immaginabile obbligare sempre tutti gli enti locali a fornire i medesimi servizi in ogni realtà dl nostro Cantone. Altrimenti, se vogliamo andare nella direzione di un comune “comparsa” rassegniamoci all’idea che prima o dopo si arriverà a mettere in discussione tutto il modello, Cantoni compresi, trasformando il nostro paese, ne più ne meno, in una copia degli Stati a noi vicini.
Opinione Liberale, 21.05.2018